Spesso ripenso a come sarebbe andato il mio prima parto se fossi stata accompagnata da un’ostetrica.
Spesso ripenso a come sarebbe andato il mio secondo parto se non fossi stata accompagnata da un’ostetrica.

“Se vuoi raggiungere la vetta dell’Himalaya, devi scegliere lo sherpa migliore, ma lui non ti porterà in cima: la scalata riguarda solo te”.

Molto probabilmente l’esito dei miei parti non sarebbe cambiato, nondimeno, tutto il percorso sarebbe stato molto diverso.
Nel ricordo di quel percorso, alla fine del quale è nata la mia seconda bambina, rimarranno per sempre impresse alcune parole e i gesti delLa Mia Ostetrica.
Con lei c’è stata la certezza di avere al nostro fianco una professionalità forte che ci avrebbe guidato e sostenuto, c’è stato però anche molto altro.

La felicità
di saperla arrivare a casa e di sentirsi al sicuro,
il suo tocco: leggerissimo e benefico,
il suo volto verso il quale rivolgere senza parole, tutte le mie domande, le sue domande, quelle di cui avevo bisogno per tirare fuori l’insicurezza e verbalizzare le paure,
la sua voce
che sostenesse la mia, che guidasse il mio respiro,
la sua voce
che dopo una forte contrazione, ha sussurrato ” anche questa è fatta”…e il potersi affidare a questa certezza,
la sua dolcezza
che mi ha tenuta unita anche quando ho avuto la sensazione di squassarmi in mille pezzi,
la sua guida, perché mi ha condotto ad ascotare il mio corpo, a lasciarmi guidare dai suoi segnali: “non succederà niente che il tuo corpo non ti dica”.

E poi, per puro incanto, arriva una forza che irrompe e scivola, redime e ricompone tutto, dona senso ad ogni cosa…
Il babbo e la mamma ancora non capiscono, ma lei, l’ostetrica, controlla con cura che la uova nata si sia attaccata bene al seno di mamma.
Poi se ne va in punta di piedi, come una fatina che potrà tronare ogni volta che avrai bisogno di lei.

Grazie alla mia cicogna, dell’associazione La Mia Ostetrica.