La domanda che più frequentemente mi viene posta dalle donne e dalle coppie, è un chiarimento sul ruolo dell’ostetrica durante la gravidanza, il parto e il puerperio. La maggioranza delle donne infatti per lo meno in Italia si fa seguire in questo percorso da figure prettamente mediche, quali ginecologo e pediatra. Questo presenta un’anomalia, in quanto essendo il periodo della gestazione un momento fisiologico, previsto dalla natura e affrontabile da ogni donna, il ruolo dell’ “arte medica” potrebbe  e dovrebbe essere riservato solo alle situazioni che ne presentino effettiva necessità.

In tutti gli altri casi la figura di accompagnamento alla donna è proprio quella dell’ostetrica. L’ostetrica è sempre esistita: da quando nella notte dei tempi c’è stata una donna in procinto di partorire, accanto a lei c’è sempre stata un’altra donna che,  forte della sua esperienza e saggezza,  le stava vicino come atto di solidarietà e aiuto. E in questo stare vicino c’erano già da allora due aspetti:  uno di conoscenza dei “fatti della vita”, ma anche uno più prettamente di sostegno, vicinanza, comprensione degli aspetti più profondi ed emotivi dell’esperienza.

Oggi la figura dell’ostetrica si è indubbiamente arricchita di competenze scientifiche e mediche, ma quello che fa di lei una figura particolarmente  importante  è una competenza umana che la metta in sintonia con il vissuto della donna in modo da aiutarla veramente a tirare fuori le sue capacità, secondo i principi della “maieutica”. Fu Socrate che ne parlò alla luce della sua mamma Fenarete, che appunto era ostetrica e che possedeva una “particolare sensibilità e una approfondita conoscenza della natura umana”, tale da avere influenzato la sua filosofia per cui col suo metodo dialettico, attraverso una serie di domande, egli otteneva dai suoi interlocutori di portare fuori, di estrarre, le verità che essi tenevano nascoste in se stessi (così come sua madre aiutava la donna a portare fuori, ad estrarre il feto dall’utero).

Oggi abbiamo scoperto una base scientifica che giustifica e fa comprendere il meccanismo profondo di questo ruolo di vicinanza e sostegno: l’ossitocina, infatti, che è l’ormone principe del parto, è un ormone ipotalamico, secreto cioè da quella parte del ”cervello antico” che si attiva meglio quando si inibisce la parte razionale,  dando così spazio alla parte più istintuale,  legata alle leggi di natura più recondite, e che a sua volta viene facilitata,oltre che da un ambiente rassicurante e familiare, anche dalla presenza di una figura di contenimento in grado di  stabilire una relazione che permetta alla donna di tirar fuori ed esprimere al massimo le sue capacità.

Oggi l’organizzazione del lavoro è spezzettata e la donna nel suo percorso può trovarsi a incontrare varie figure che, seppure ottimamente preparate da un punto di vista professionale, non garantiscono una continuità di assistenza,  per cui la donna possa costruire una relazione di confidenza e di affidamento attivo che l’aiuti ad abbattere le difese razionali così da esprimere il proprio essere più istintuale.

La tua ostetrica può essere con te durante la gravidanza per aiutarti ad affrontare le tue paure, le tue incertezze l’enorme cambiamento fisico/emotivo dei primi nove mesi. Sarà ancora con te durante il parto in qualunque luogo tu abbia deciso di far nascere il tuo bambino (le ostetriche possono entrare nelle sale parto degli ospedali e anche nelle sale operatorie). E sarà ancora con te a casa con il bambino ad aiutarti a muovere i primi passi in questa nuova esperienza, a comprendere i tuoi bisogni oltre a quelli del bambino, ad aiutarti a ristabilire gli equilibri nella nuova famiglia che si sta formando.

Oggi che i babbi sono entrati  a tutti gli effetti  in modo importante nella scena del parto, si è pensato che la vicinanza fisica alla donna potesse essere garantita da lui; a mio avviso invece i ruoli sono davvero diversi: il futuro babbo infatti è lui stesso  alla sua prima esperienza e oltretutto in un ruolo che, proprio per non averlo mai vissuto, gii può tirare fuori altrettante se non più incertezze e paure della compagna.

Anche l’uomo trae vantaggio dalla presenza dell’ostetrica . Il suo ruolo infatti non è quello di “gestire” l’evento ma di poterlo vivere assieme alla sua compagna libero a sua volta di condividerne  tutti gli aspetti compresi quelli più emotivi, lasciando all’ostetrica il compito di rassicurare entrambi.

In conclusione l’ostetrica è una figura che è sempre esistita e sempre esisterà.

“La donna gravida è come un grande vascello che ha bisogno di un buon timoniere: una saggia e attenta ostetrica.”
(Luisa Bourgeois, maestra ostetrica nata nel 1563, la più nota levatrice di Parigi a cavallo fra il ‘500 e ‘600).