Finalmente a ricoprire una carica politica importante è una persona con il coraggio di affrontare temi essenziali per il futuro dell’umanità. Sto parlando di Josè Pepe Mujica, l’attuale presidente dell’Uruguay. Ascoltiamo le sue accorate parole pronunciate all’assemblea della Celac, la Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi, tenuta lo scorso febbraio. La traduzione è volutamente libera, per accentuare la forza che sgorga dal cuore e che, per forza di cose, si perde un po’ nella trascrizione.

“Oggi ci troviamo in un momento molto peculiare della nostra storia. Vorrei riflettere e porre l’attenzione sulla necessità di distinguere tra i fatti, ovvero ciò che quotidianamente ci accade, e tutto quello che rimane impresso, cementificandosi, nella nostra coscienza. In tal senso, faccio diretto riferimento alla cultura e, nel parlare di questo, non posso non sottolineare l’importanza dell’apprendimento. Mi soffermo su questo aspetto perché è un tema da approfondire.

Fino a qualche tempo fa, ignoravamo che l’apprendimento inizia nell’utero! E tutto quello che facciamo o ci accade nei primi sei-sette anni di vita condiziona il resto della nostra esistenza. Ecco perché dobbiamo tornare a volgere l’attenzione alla madre a e alla famiglia, che per primi sono responsabili della nostra educazione e della nostra formazione. Dobbiamo fare questo non rifacendoci a motivazioni legate alla tradizione o all’istinto, quanto in nome della legge fondamentale della natura sul funzionamento di noi primati.

La peculiarità  dell’essere umano è che non può fare a meno della madre, la quale in definitiva è la prima maestra “formatrice”, il primo tramite educativo. Per questo vale la pena soffermarsi a riflettere sulle politiche di tutela della donna, Certo, non come si è fatto finora, ovvero concentrandoci solo sulla  questione dell’uguaglianza, dei pari diritti e così via: queste sono cose ovvie!

La donna detiene la chiave della vita umana. E nessuno ha mai pensato a questo, nessuno se n’è preso carico, garantendo per esempio una giusta pensione alla donna che ha avuto magari tre o quattro figli, e li ha cresciuti: Nessuno ha mai evidenziato come il compito della donna sia il più importante per l’umanità, per tutto il Pianeta, così come nessuno ha mai messo in rilievo l’enorme funzione dell’essere madre e di impegnarsi come tale. Affinché tutto questo venga riconosciuto, è necessario un certo bagaglio culturale, una specifica formazione.

I medici del mio Paese hanno scoperto che l’allattamento al seno è meraviglioso, così ora viene rivalutato. Abbiamo scoperto l’acqua calda, ovvero che la natura sa quella che fa! L’apprendimento va a braccetto con  la cultura e sono le donne che la trasmettono ai figli.Ma dato che viviamo in una società capitalista, profondamente legata agli interessi di mercato, la nostra cultura è funzionale alle necessità del mercato e non alle necessità della vita”.

Davvero è giunto il momento di ripensare alle condizioni offerte all’inizio della vita, cioè  a partire dal concepimento e nei primi anni di età, passando per quel momento cruciale che è la nascita. E’ giunto il momento di farne una priorità sociale e politica, prima che sia troppo tardi.

Dobbiamo riflettere su quanto questa prima fase dell’esistenza umana incida su ciò che ci accade in seguito, e perfino su ciò che siamo e diventiamo. Dobbiamo riflettere su quanto è importante che una madre sia serena durante la gravidanza. Su quanto sia importante che partorisca con i propri ormoni, senza interventi farmacologici o chirurgici, e come prevede la natura, senza inutili sofferenze, piuttosto nella gioia nell’estasi. Infine, su quanto sia indispensabile che si occupi del proprio figlio personalmente, offrendo molto contatto fisico, con l’appoggio e la solidarietà dei suoi cari e dei suoi conoscenti.

(tratto da Terranuova – giugno 2013: Spunti di vista di Clara Scroppetta)